LA MIA MISSION: Virare verso un nuovo modello economico-ecologico

Energia fossile o rinnovabile?

Articolo sui costi di #produzione immagazzinamento e distribuzione dell’energia elettrica. I dati mostrano l’#insostenibilità economica oltre che ambientale dei #combustibili #fossili.

L’ultimo rapporto del Bloomberg New Energy Finance (Bnef), contenente i dati sui costi dell’elettricità(Lcoe) delle principali tecnologie elettriche, rivela come i combustibili fossili stiano vivendo una “sfida senza precedenti” sul ruoli che svolgono nel mix energetico, a partire dall’estrazione e dalla produzione, fino a giungere all’immagazzinamento, alla flessibilità nella fornitura, e alla capacità di rispondere alle richieste della rete in caso di carenze o surplus di energia elettrica. Lo studio del #Bnef calcola i #Lcoe per ciascuna tecnologia, tenendo conto di tutte le variabili: i costi delle attrezzature, di costruzione e di finanziamento, le spese di funzionamento e manutenzione fino alle ore medie di lavoro degli impianti. I risultati ottenuti mostrano che nei primi mesi del 2018, il benchmark Lcoe per l‘energia eolica onshore è arrivato a 55 dollari/MWh, dato in calo del 18% rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno. Nei costi di produzione dell’energia solare si ritrova all’incirca la stessa percentuale di riduzione, il Lcoe è di 70 dollari/MWh. Il rapporto annuale del National Renewable Energy Laboratory, del Dipartimento Statunitense dell’Energia riporta le proiezioni dei costi di produzione delle fonti di generazione elettrica, e conferma che il fotovoltaico, sarà una delle tecnologie a richiedere minori investimenti in conto capitale nel medio periodo. Nel 2030, la tecnologia solare sarà quella ad avere il Capex (ovvero spese per capitale) più basso in assoluto, e nello specifico: il fv industriale avrà un capex di 1.041 dollari/kW, il fv commerciale è previsto a 1.487 dollari/kW, e quello residenziale di circa 1.270 dollari /kW. Molti mercati quindi mostrano il sorpasso del Lcoe rinnovabili su quello delle fonti fossili, ossia costerà sempre meno produrre elettricità da energia rinnovabile. Nel frattempo, il costo delle batterie agli ioni litio è in diminuzione (del 24% lo scorso anno) contando su un’appropriata economia di scala, e un successivo aumento del 5-7% della densità di energia dei sistemi di accumulo, il mercato delle batterie subirà un notevole incremento. Con i sistemi di energy storage competitivi, le vendite di veicoli elettrici raggiungeranno 1,5 milioni di unità nel 2018 ed entro la metà del tardo 2020, potrebbero battere i veicoli convenzionali a benzina e diesel. La posizione dell’Italia qual è? Nel 2019 dovrà presentare all’Ue il Piano Nazionale Clima ed Energia, che dovrà indicare i provvedimenti che il Paese intende prendere per raggiungere obiettivi di: efficienza energetica, rinnovabili, emissioni, mobilità sostenibile, economia circolare. Il programma energetico e di sviluppo sostenibile economico del territorio del #MoVimento 5 Stelle, è in perfetta sintonia con il #meanstream. La comunità scientifica nazionale mostra con dati certi, che l’unica strada percorribile in futuro è l’abbandono dei combustibili fossili e l’incentivazione delle fonti di energia rinnovabili. Alla conclusione di questa analisi, possiamo affermare che i nostri continui “No” hanno un fondamento scientifico oltre che essere dettati dal buon senso. Ci chiediamo allora perché siano stati approvati dal ministero dell’#Ambiente (e ora in via di autorizzazione definitiva da parte del Ministero dello Sviluppo Economico) i progetti di prospezione con “air gun” nel nostro mare? Perché continuare ad investire e incentivare la ricerca di combustibili fossili? 

Pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno il 7 Aprile 2018

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